Sextantio - progetto nato dall’impegno di Daniele Kihlgren per dare dignità al Patrimonio Storico Minore del nostro paese - affonda le sue radici nel 2000, quando nacque il primo Albergo Diffuso a Santo Stefano di Sessanio, borgo medievale ad oltre 1250 metri di altitudine tra le montagne d’Abruzzo. Il progetto di recupero introdusse inedite procedure per conservare l’integrità del borgo storico e del paesaggio circostante in modo che la ridestinazione turistica non comportasse la perdita delle identità territoriali. La stessa filosofia è stata poi adottata nel 2007 per il progetto Le Grotte della Civita, che ha visto il recupero di venti grotte abbandonate nei Sassi di Matera.
L’idea identitaria di Sextantio trova oggi spazio in un altro luogo della marginalità, l’Isola Nkombo, sul lago Kivu in Rwanda, zona di confine abitata per lo più da popolazioni congolesi dedite a pesca, agricoltura e pastorizia, con un’economia di pura sussistenza. È qui che prende vita Sextantio Capanne, con il medesimo obiettivo delle altre strutture Sextantio, vale a dire la massima integrazione tra l’albergo e il territorio, per mantenere l’equilibrio socioculturale e fornire opportunità reali di occupazione alla popolazione locale. La scelta è caduta sul Rwanda non a caso. Con i primi guadagni di Sextantio, infatti, Kihlgren ha fondato una ONG che si occupa di fornire assicurazione sanitaria a migliaia di indigenti in tutto il Paese, garantendo loro le cure contro malattie anche letali.
Dal 2012 Sextantio si affida a Blastness per diversi sistemi di distribuzione elettronica e per le attività di search e metasearch advertising: una delle collaborazioni più lunghe e proficue, come dimostrano i risultati davvero soddisfacenti su tutti i KPI. In virtù di questa storica partnership e, soprattutto, del nobile scopo con cui nasce Sextantio Capanne, Blastness ha deciso di fornire gratuitamente le proprie tecnologie innovative per supportare gli incassi di questo albergo diffuso che contribuiranno interamente a sostenere le attività della ONG.
